Il risultato elettorale uscito dalle urne ormai due settimane or sono parla chiaro. I cittadini italiani, o meglio l’80% degli aventi diritto al voto ha scelto liberamente e senza alcuna forma di oppressione psicologica di consegnare il paese in mano a Berlusconi.
La decisione, completamente democratica merita il rispetto più assoluto da parte di ognuno di noi. Mettiamocelo bene in testa, non esistono belli e illuminati, sapienti e dottori che votano a sinistra e rozzi ignoranti che preferiscono la destra. Il popolo italiano, in maniera del tutto trasversale- la Lega e il PDL hanno ricevuto voti da ogni ceto sociale, dall’agricoltore ipoacculturato al dottore plurilaureato, - ha fatto una scelta di campo talmente netta che non lascia nemmeno spiragli di speranza per il Centro rappresentato da UDC, IDV, PD e per la sinistra, ormai senza rappresentanti.
Un altro dato di fatto incontrovertibile è che le ali, i movimenti spiccatamente ispirati ad ideali politici e movimenti del passato- rifondaroli,verdi,comunisti e neofascisti per intenderci-, sono state esclusi dai due rami del parlamento.
Questo è, di sicuro, insieme alla netta affermazione del PDL-LEGA una delle due note dolenti della campagna elettorale.
Un altro tema forte che bisognerebbe analizzare è rappresentato dalla netta sconfitta della strategia politica su cui il PD ha puntato durante la campagna elettorale.
Il tentativo, da me qui apertamente contestato, di ammaliare i centristi è naufragato.
La convinzione di saper attirare i voti della sinistra è stata definitivamente sfatata: gli operai, almeno al nord s’intende, piuttosto di dirottare il loro voto dall’estrema sinistra ai democristiani del PD hanno preferito rifugiarsi in un partito di lotta sociale, rappresentato dalla Lega.
Quelle piazze piene, frementi in attesa del salvatore Walter, ci hanno ingannato, hanno permesso a qualche presuntuoso del PD di dire che avevamo già vinto prima ancora di votare. Una cecità così evidente nella lettura della realtà non si era mai vista prima. Tutti hanno registrato l’affluenza ai comizi ma nessuno si è mai preoccupato di capire ciò che rimaneva alla gente dopo le lunghe orazioni del Parolaio Veltroni. Non siamo riusciti a capire che il linguaggio aulico, le metafore, le citazioni, il parlar forbito, l’aver messo la “lingua nel pulito”, come direbbe un mio collega napoletano, non ci ha permesso di comunicare ad un popolo, come è quello italiano, che fa i conti con i centesimi di euro, con l’infalzione, con le tasse, i lacci e i laccioli imposti dalla burocrazia, la vergogna nazionale dei rifiuti, la mafia, la disoccupazione, la paura del caro petrolio e del caro cereale. Non abbiamo comunicato nulla ai cittadini stanchi delle burocrazie della casta, del settarismo delle professioni, di un paese che chiede troppo e restituisce troppo poco, di uno stato che da a pochi la possibilità di essere molto ricchi e che stritola i molti che ambiscono solo al benessere sociale minimo.
Mentre da un lato si scimmiottava Berlusconi parlando di tagli, di un’italia nuova, di risparmi, detassazione, efficienza, senza mai dire chi avrebbe pagato tutto questo ben di Dio, dall’altro Prodi e Letta ventilavano già l’idea del prestito ponte per Alitalia e permettevano a una delle più grandi piaghe economiche italiane di continuare a bruciare risorse pubbliche.
Parlavamo bene, razzolavamo malissimo. Abbiamo incarnato appieno la figura dei veri post-DC: accontentare tutti senza scontentare nessuno.Improponibile!
Non siamo riusciti a convincere la gente, e, prima ancora, non siamo riusciti a capirla.
Abbiamo fatto un restyiling “alla buona” cambiato il colore, il simbolo, la sede,mentre a dirigere il nuovo partito rimbombavano pesanti i soliti nomi dei burocrati ombra, abbiamo ammiccato al Papa e ai radicali, ai comunisti e ai teodem, agli imprenditori e agli operai, non capendo che, ognuno, con una mano ci osannava e con l’altra, nel segreto della cabina , tracciava una croce netta sul simbolo della Lega Nord-PDL.
Abbiamo contribuito allo sfascio degli ideali di sinistra per un piatto di lenticchie. Abbiamo rinnegato i padri della politica sociale di sinistra per ottenere tre-quattro punti in più nel Nord est.
Abbiamo lasciato la Sicilia alla Mafia.
Questo è quello che abbiamo raccolto dalle ultime elezioni. Vorrei che qualcuno mi spiegasse chi ce l’ha fatto fare, e soprattutto se siamo ancora convinti che questa sia la strada giusta che dovrà percorrere il PD in futuro.
La decisione, completamente democratica merita il rispetto più assoluto da parte di ognuno di noi. Mettiamocelo bene in testa, non esistono belli e illuminati, sapienti e dottori che votano a sinistra e rozzi ignoranti che preferiscono la destra. Il popolo italiano, in maniera del tutto trasversale- la Lega e il PDL hanno ricevuto voti da ogni ceto sociale, dall’agricoltore ipoacculturato al dottore plurilaureato, - ha fatto una scelta di campo talmente netta che non lascia nemmeno spiragli di speranza per il Centro rappresentato da UDC, IDV, PD e per la sinistra, ormai senza rappresentanti.
Un altro dato di fatto incontrovertibile è che le ali, i movimenti spiccatamente ispirati ad ideali politici e movimenti del passato- rifondaroli,verdi,comunisti e neofascisti per intenderci-, sono state esclusi dai due rami del parlamento.
Questo è, di sicuro, insieme alla netta affermazione del PDL-LEGA una delle due note dolenti della campagna elettorale.
Un altro tema forte che bisognerebbe analizzare è rappresentato dalla netta sconfitta della strategia politica su cui il PD ha puntato durante la campagna elettorale.
Il tentativo, da me qui apertamente contestato, di ammaliare i centristi è naufragato.
La convinzione di saper attirare i voti della sinistra è stata definitivamente sfatata: gli operai, almeno al nord s’intende, piuttosto di dirottare il loro voto dall’estrema sinistra ai democristiani del PD hanno preferito rifugiarsi in un partito di lotta sociale, rappresentato dalla Lega.
Quelle piazze piene, frementi in attesa del salvatore Walter, ci hanno ingannato, hanno permesso a qualche presuntuoso del PD di dire che avevamo già vinto prima ancora di votare. Una cecità così evidente nella lettura della realtà non si era mai vista prima. Tutti hanno registrato l’affluenza ai comizi ma nessuno si è mai preoccupato di capire ciò che rimaneva alla gente dopo le lunghe orazioni del Parolaio Veltroni. Non siamo riusciti a capire che il linguaggio aulico, le metafore, le citazioni, il parlar forbito, l’aver messo la “lingua nel pulito”, come direbbe un mio collega napoletano, non ci ha permesso di comunicare ad un popolo, come è quello italiano, che fa i conti con i centesimi di euro, con l’infalzione, con le tasse, i lacci e i laccioli imposti dalla burocrazia, la vergogna nazionale dei rifiuti, la mafia, la disoccupazione, la paura del caro petrolio e del caro cereale. Non abbiamo comunicato nulla ai cittadini stanchi delle burocrazie della casta, del settarismo delle professioni, di un paese che chiede troppo e restituisce troppo poco, di uno stato che da a pochi la possibilità di essere molto ricchi e che stritola i molti che ambiscono solo al benessere sociale minimo.
Mentre da un lato si scimmiottava Berlusconi parlando di tagli, di un’italia nuova, di risparmi, detassazione, efficienza, senza mai dire chi avrebbe pagato tutto questo ben di Dio, dall’altro Prodi e Letta ventilavano già l’idea del prestito ponte per Alitalia e permettevano a una delle più grandi piaghe economiche italiane di continuare a bruciare risorse pubbliche.
Parlavamo bene, razzolavamo malissimo. Abbiamo incarnato appieno la figura dei veri post-DC: accontentare tutti senza scontentare nessuno.Improponibile!
Non siamo riusciti a convincere la gente, e, prima ancora, non siamo riusciti a capirla.
Abbiamo fatto un restyiling “alla buona” cambiato il colore, il simbolo, la sede,mentre a dirigere il nuovo partito rimbombavano pesanti i soliti nomi dei burocrati ombra, abbiamo ammiccato al Papa e ai radicali, ai comunisti e ai teodem, agli imprenditori e agli operai, non capendo che, ognuno, con una mano ci osannava e con l’altra, nel segreto della cabina , tracciava una croce netta sul simbolo della Lega Nord-PDL.
Abbiamo contribuito allo sfascio degli ideali di sinistra per un piatto di lenticchie. Abbiamo rinnegato i padri della politica sociale di sinistra per ottenere tre-quattro punti in più nel Nord est.
Abbiamo lasciato la Sicilia alla Mafia.
Questo è quello che abbiamo raccolto dalle ultime elezioni. Vorrei che qualcuno mi spiegasse chi ce l’ha fatto fare, e soprattutto se siamo ancora convinti che questa sia la strada giusta che dovrà percorrere il PD in futuro.
Massimo.