mercoledì 30 aprile 2008

Ciò che rimane

Il risultato elettorale uscito dalle urne ormai due settimane or sono parla chiaro. I cittadini italiani, o meglio l’80% degli aventi diritto al voto ha scelto liberamente e senza alcuna forma di oppressione psicologica di consegnare il paese in mano a Berlusconi.
La decisione, completamente democratica merita il rispetto più assoluto da parte di ognuno di noi. Mettiamocelo bene in testa, non esistono belli e illuminati, sapienti e dottori che votano a sinistra e rozzi ignoranti che preferiscono la destra. Il popolo italiano, in maniera del tutto trasversale- la Lega e il PDL hanno ricevuto voti da ogni ceto sociale, dall’agricoltore ipoacculturato al dottore plurilaureato, - ha fatto una scelta di campo talmente netta che non lascia nemmeno spiragli di speranza per il Centro rappresentato da UDC, IDV, PD e per la sinistra, ormai senza rappresentanti.
Un altro dato di fatto incontrovertibile è che le ali, i movimenti spiccatamente ispirati ad ideali politici e movimenti del passato- rifondaroli,verdi,comunisti e neofascisti per intenderci-, sono state esclusi dai due rami del parlamento.
Questo è, di sicuro, insieme alla netta affermazione del PDL-LEGA una delle due note dolenti della campagna elettorale.
Un altro tema forte che bisognerebbe analizzare è rappresentato dalla netta sconfitta della strategia politica su cui il PD ha puntato durante la campagna elettorale.
Il tentativo, da me qui apertamente contestato, di ammaliare i centristi è naufragato.
La convinzione di saper attirare i voti della sinistra è stata definitivamente sfatata: gli operai, almeno al nord s’intende, piuttosto di dirottare il loro voto dall’estrema sinistra ai democristiani del PD hanno preferito rifugiarsi in un partito di lotta sociale, rappresentato dalla Lega.
Quelle piazze piene, frementi in attesa del salvatore Walter, ci hanno ingannato, hanno permesso a qualche presuntuoso del PD di dire che avevamo già vinto prima ancora di votare. Una cecità così evidente nella lettura della realtà non si era mai vista prima. Tutti hanno registrato l’affluenza ai comizi ma nessuno si è mai preoccupato di capire ciò che rimaneva alla gente dopo le lunghe orazioni del Parolaio Veltroni. Non siamo riusciti a capire che il linguaggio aulico, le metafore, le citazioni, il parlar forbito, l’aver messo la “lingua nel pulito”, come direbbe un mio collega napoletano, non ci ha permesso di comunicare ad un popolo, come è quello italiano, che fa i conti con i centesimi di euro, con l’infalzione, con le tasse, i lacci e i laccioli imposti dalla burocrazia, la vergogna nazionale dei rifiuti, la mafia, la disoccupazione, la paura del caro petrolio e del caro cereale. Non abbiamo comunicato nulla ai cittadini stanchi delle burocrazie della casta, del settarismo delle professioni, di un paese che chiede troppo e restituisce troppo poco, di uno stato che da a pochi la possibilità di essere molto ricchi e che stritola i molti che ambiscono solo al benessere sociale minimo.
Mentre da un lato si scimmiottava Berlusconi parlando di tagli, di un’italia nuova, di risparmi, detassazione, efficienza, senza mai dire chi avrebbe pagato tutto questo ben di Dio, dall’altro Prodi e Letta ventilavano già l’idea del prestito ponte per Alitalia e permettevano a una delle più grandi piaghe economiche italiane di continuare a bruciare risorse pubbliche.
Parlavamo bene, razzolavamo malissimo. Abbiamo incarnato appieno la figura dei veri post-DC: accontentare tutti senza scontentare nessuno.Improponibile!
Non siamo riusciti a convincere la gente, e, prima ancora, non siamo riusciti a capirla.
Abbiamo fatto un restyiling “alla buona” cambiato il colore, il simbolo, la sede,mentre a dirigere il nuovo partito rimbombavano pesanti i soliti nomi dei burocrati ombra, abbiamo ammiccato al Papa e ai radicali, ai comunisti e ai teodem, agli imprenditori e agli operai, non capendo che, ognuno, con una mano ci osannava e con l’altra, nel segreto della cabina , tracciava una croce netta sul simbolo della Lega Nord-PDL.

Abbiamo contribuito allo sfascio degli ideali di sinistra per un piatto di lenticchie. Abbiamo rinnegato i padri della politica sociale di sinistra per ottenere tre-quattro punti in più nel Nord est.
Abbiamo lasciato la Sicilia alla Mafia.

Questo è quello che abbiamo raccolto dalle ultime elezioni. Vorrei che qualcuno mi spiegasse chi ce l’ha fatto fare, e soprattutto se siamo ancora convinti che questa sia la strada giusta che dovrà percorrere il PD in futuro.



Massimo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

pongo un problema diverso:

la sinistra vuole testimoniare la sua visione del mondo o vuole intervenire sulla realtà?

Se la sua scelta è la seconda (come vorrei, ma non è scontata) si deve porre il problema delle alleanze.

Con chi altro può allearsi ? .... Del resto in ogni posto in cui amministra, amministrano insieme.

Tu non vedi una contraddizione? ..... Nella vita e quindi anche in politica il meglio è nemico del bene.

Naturalmente "bene" può essere letto come "meno peggio", lo so .....

Il lavoro che sta di fronte alla sinistra è davvero di lunga durata, ma che debba iniziare dal dialogo tra le forze più vicine o meno distanti.

Una domanda mi sorge spontanea:
ma tu sei veramente convinto che la sinistra arcobaleno sia rimasta fuori dal parlamento per colpa di "Uolter" .... PD ???

Fraterni saluti -- pippo

Massimo Bonini ha detto...

Ciao Pippo,
parto dal fondo.La colpa del flop della sinistra arcobaleno non è certo di Veltroni.
Non ho mai detto una cosa del genere. La sinistra ha sbagliato temi, tempi e modi nella campagna elettorale passata ed è stata a volte inetta nel governare nella passata legislatura.
La questione è ancora diversa se mi permetti:che senso ha un PD che fa il gradasso alle nazionali e poi si appoggia alla sinstra arcobaleno per governare nei comuni. Chi è l'opportunista il PD o SA?
Il tema che io propongo è diverso:come ho scritto "Abbiamo contribuito allo sfascio degli ideali di sinistra per un piatto di lenticchie. Abbiamo rinnegato i padri della politica sociale di sinistra per ottenere tre-quattro punti in più nel Nord est....Vale la pena?E'la strada giusta?"
Il mio pèroblema oggi è vedere un PD che fa i "caminetti" ignorando le vere ragioni della sconfitta nazionale e delle realtà cittadine, Roma Docet, e oltretutto non si preoccupa di essere un partito di sinistra, con degli ideali di sinistra, capace di formare nuovi amministratori e di dare un indirizzo al senso comune e all'amministrazione dello stato, ispirando il suo percorso a degli ideali.
Leggi se vuoi il manifesto dei valori del PD...sembra un'accozzaglia di cose che mettono daccordo tutti ma che, a ben guardare, non trovano un significato coerente nè con i valori della politica Cristiana ne con quelli di sinistra.
In questo PD, purtroppo, non c'è il meglio, e nemmeno il bene!

La stessa preoccupazione, dell'immobilismo mortale, purtroppo ce l'ho per la Sinistra Arcobaleno. Siamo in mano ad una classe politica dirigente che ha perso il senso del proprio essere, che cerca di riformarsi autocelebrandosi e senza fare un'analisi seria dei problemi che la affliggono.

Massimo