lunedì 8 settembre 2008

LA RISSA CONTINUA

Rieccomi a commentare una vigorosa figuraccia del nostro partito “dal 40 % di consensi”.
Se andiamo avanti così alle regionali e alle europee prenderemo si e no il 12%......spero almeno che il travaso sia a favore della sinistra extraparlamentare, così ci potremmo liberare, una volta per tutte, dalle cariatidi e dai parassiti- Teodem in primis- che ci stanno affondando la barca.
Ma andiamo per ordine, senza fretta.
In questi ultimi giorni della pausa estiva, con il governo che raccoglie i frutti dell’ottima amministrazione da parte di Brunetta delle risorse statali, della riduzione dell’ICI e della detassazione degli straordinari, il PD vede al suo vertice una lotta fratricida che non si riproponeva dai tempi della spartizione delle poltrone nei vari governi Prodi.
Mentre Veltroni cerca di capire da che parte è girato e se effettivamente un lento e stanco bivacco parlamentare si possa definire o meno opposizione, il buon Parisi supportato dal baffetto D'Alema e dalla Rosy nazionale lanciano un attacco alla diligenza in pieno stile Far west.
Imboscate, controriunioni, capannelli di dissidenti si riuniscono di buonora a tutte le feste del PD per mettere in scena la demolizione sistematica del segretario, per ribadire che, siccome la gente che conta è tanta, bisogna aggiungere poltrone su poltrone e che, visto che “da magnà ce n’è per tutti” , soprattutto dopo l’inizio dei tesseramenti, il bottino va equamente spartito mediante il meccanismo della redistribuzione delle sedie e degli spazi in televisione.
Comprendo….un D'Alema che si faceva minimo un paio d’ore di Porta a Porta a settimana ai bei tempi della Farnesina non può rimanere assente dalle scene per così tanto. E’ ormai in piena crisi d’astinenza da “salotti mediatici bene” e, dal suo mastodontico Icaro, rilascia interviste-stilettate a “rotta di collo”, per sopperire alla mancanza del buon “Zio Bruno”.
Veltroni prima glissa, nicchia, si fa difendere dall’altra metà del tandem (Franceschini) e sostiene che, se si vuole cambiare “allora si vada a un congresso”.
Poi attacca con un piagnisteo da bambino della quarta elementare, con un discorso del tipo “se vuoi giocare con me le regole le faccio io, e non provare a buttarmi giù la casetta sull’albero sennò chiamo la mamma…”
In tutto questo bailamme, più adatto a qualche festa del pesce fritto, o sagra della mortadella, che alla dirigenza di uno dei maggiori partiti politici italiani, si incastonano tre inquietanti “piccolezze”.
La prima è la mancanza di alcuna organizzazione strutturata, di un partito insomma. Ci avviciniamo ai 12 mesi dalle primarie e siamo ancora “liquidi” senza una struttura, con gli anonimi rappresentanti eletti democraticamente alle primarie che sono zittiti e bloccati dagli ex dirigenti, in una sorta di strenua lotta per la sopravvivenza della specie.
Le provinciali e le europee si avvicinano mentre il “partito” è immobile, senza idee, privo di scena mediatica, con un radicamento pressoché nullo e con un governo che sta inghiottendo la scena pubblica mettendo a segno – veri o finti che siano- una serie di provvedimenti che, ci piaccia o no, colpiscono la pancia dell’elettorato.
L’ultima “piccolezza”, che mi ha sconvolto la giornata, è un lancio di agenzia in cui Rotondi annuncia una collaborazione con Brunetta per la stesura di un disegno di legge per la tutela e la regolamentazione delle coppie di fatto, con un capitolo riservato esplicitamente alle coppie gay.
E qui ho capito che, volenti o meno, il Pdl ci ha doppiato. Se effettivamente faranno quello che hanno annunciato, i progressisti moderati sapremo da che parte stanno e, mestamente , per il piacere dei “basabanchi”- scusate il veronese- democratici, potremmo tranquillamente accettare di restare all’opposizione per i prossimi 15 anni.
Per buona pace di chi -sottoscritto compreso- ancora crede che il progressismo stia a sinistra e che il PD avrebbe potuto esserne il rappresentante per eccellenza!


Massimo

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